Brusciano è teatro di fede, cultura e passione per i gigli dal 1875.
Una passione che per alcuni storici è precedente al miracolo di Sant’Antonio e vede inseriti i bruscianesi anni prima nel contesto nolano come è accaduto con i barresi.
Questo articolo però non tratta del perché si fa la festa a Brusciano, ma dei punti nevralgici della kermesse bruscianese, i caratteristici luoghi dove migliaia di persone aspettano col fiato sospeso le esibizioni delle paranze partecipanti.
Il percorso storico dei gigli è stato più volte cambiato, anche in virtù degli stravolgimenti urbanistici nel corso dei decenni, come ad esempio dal passaggio della precedente linea della circumvesuviana.
I binari tagliarono per molti anni la città in due, costringendo a modificare la processione che prima coinvolgeva anche via Nazionale delle Puglie,relegando la ballata nel centro cittadino; per chi non lo sapesse la stazione ferroviaria, si trovava al posto dell’odierna piazza XI settembre.
L’inizio del percorso viene inteso genericamente come via Padula, la storica strada che si ramifica dal centro verso le fertili campagne, il riscaldamento prima che inizino le turbolenti insidie del percorso. Di fatto via Ugo Foscolo, o per nel gergo la “Salita di via Bellini” risulta tra i punti obbligati più difficoltosi del panorama giglistico.
Sono 150 metri in salita moderatamente ripida che con un giglio sulle spalle, specie se particolarmente pesante e problematico, può risultare difficoltoso.
È uno sforzo immane per i cullatori, in nessun percorso giglistico c’è una strada da imboccare così ripida e lunga allo stesso tempo.
Solo chi sa di cosa si sta parlando penserà subito all’ultimo tratto che per forza di cose costringe l’obelisco a sbandare prima di arrivare in cima.
C’è chi sfida la sorte salendo e scendendo, a parte le più recenti esibizioni,dobbiamo ricordare che la paranza Gioventù lo fece per prima nel 1996, c’è chi la fece solo con i varretielli, la prima fu la paranza Uragano con il comitato Passo Veloce come ripropose qualche anno fa e tante altre prestazioni da incorniciare.
Piazza Gramsci era un tempo il luogo di innumerevoli gare di forza, menzione onorevole alla super sfida a tre tra Volontari bruscianesi, Gioventù ed Insuperabile barrese nel 1998.
La girata di Cimminera contigua alla piazzetta è una girata stretta e difficile. Un tempo le paranze si sfidavano con numerose a girate al grido <miete acoppe> invitando gli avversari a fare di meglio, ma ci si può davvero sbizzarrire: di forza, sculettando, a quaranta persone, a trentasei, a due varre, le hanno provate tutte. È lì che si ritrovano le folle ad incitare a gran voce i cullatori come ad un rocker in un concerto.
La discesa con l’ammodernamento dei marciapiedi e dei lampioni, avvenuto una decina di anni fa, è diventata un punto ostico che può condizionare lo svolgimento dell’intera festa.
È uno dei pochi punti in cui è facile che si possa presentare qualche sbavatura o imperfezione.
La fine di Via Semmola, nei pressi del vecchio ufficio comunale e del leggendario tabacchino, si è affermata nel tempo come un punto da onorare. Perché leggendario? Perché li si sono consumate sfide memorabili, le resistenze.
La più famosa fu Volontari vs Gioventù nel 2001, vinta da quest’ ultima in una lotta all’ultimo sangue. Chi può dimenticare l’allegra canzone dell’anno successivo “O’ tabacchino”?
Per finire la perla: Casaromano, il borgo antico, una lunga strada stretta che rappresenta il più importante punto obbligato.
È il corrispettivo bruscianese al vico Piciocchi nolano. Ci sono due balconi in cui di poco passa il primo piano ed è quello il momento fondamentale, la ciliegina sulla torta.
Se il giglio toccasse uno dei balconi sarebbe un’ enorme delusione per gli avventurosi spettatori che sfidano la calca dello stretto pur di ammirare lo spettacolo.
L’ urlo di gioia della folla in caso di passaggio perfetto non ha eguali.
Nel 1998 per la prima volta un giglio attraversò i balconi, dopo una prova con una struttura ad un solo piano. Da allora Casaromano è una perla imperdibile per appassionati e non. Tantissime le “cacciate” da incorniciare, ne menziono alcune come quella dei Volontari che fecero interamente tutto il tratto adagio a mezzo passo nel 2008, l’ Uragano che nel 2009 utilizzò all’incirca 40 persone per attraversare e di recente quella della Gioventù nel 2019 che ha girato per la prima volta tra primo portone e il cortile subito dopo i balconi.
La Nazionale, l’intrattenimento per le famiglie, dove gli obelischi approfittano dell’ampia strada per divertire il pubblico. Infine si chiude con il corso Semmola, dove i vincitori ritornano per essere incoronati dall’alba prima di riaccomodarsi sulla propria postazione.
Ebbene il percorso bruscianese ricco di insidie è stato d’ispirazione per “cacciate” che resteranno negli annali giglistici, è un dispiacere non poterle menzionare tutte.
Un plauso va a tutte le paranze che nel tempo vi hanno preso parte, contribuendo a scene epiche che resteranno vive, impresse nella storia.
Ringraziamo l’amico Luigi Nappo per averci descritto i punti nevralgici della kermesse bruscianese