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Mi risulta difficile per me parlare della Paranza Stella. Ciò che mi tiene legato alla storia di questa paranza, è il nome e cognome che porto, ossia quello di mio nonno Luigi Nappi (cape e’ trave), uno dei responsabili e i fondatori della paranza Stella. Ma questa è un altra storia.

Ciò che voglio sottolineare è un fatto storico, forse dimenticato, perché avvenuto in sordina, o senza troppa pubblicità; sto parlando della cacciata del Giglio del Sarto, anno 1985 (Maestri di Festa Emigranti Nolani), una tra le cacciate più belle in assoluto degli stellari.

La particolarità di quel Giglio fu anche il trasporto a sei varre, elemento molto significativo nella conduzione. Prima di procedere alla descrizione dei fatti, è doveroso premettere che la Paranza Stella era nata da soli due anni, ma il Capo Paranza Giuseppe Guerriero (a’ caciotta) aveva già le idee chiare. Infatti, il suo motto era la qualità e non la quantità.

La Paranza Stella nel giro di due anni si impose con grande maestria tra le paranze blasonate della Festa dei Gigli di Nola ma anche a Barra quando, nel 1984 con il Comitato Palazzo Magliano, fece cose molto particolari.

La forza della Paranza Stella fu anche un altra, ossia l’umiltà di coinvolgere tra i responsabili persone di altissima formazione ed esperienza GIGLISTICA.

Mi riferisco a Vincenzo Gabbi (Masta Vicienze) ed i compianti Luigi Nappi (cape e’ trave) e Giuseppe De Santis (o’ cinese). L’esperienza di questi, unita all’innovazione dell’allora giovane capo paranza Giuseppe Guerriero (a’ caciotta), portò alla Paranza Stella un rapido sincronismo tra forza e tecnica.

Quel sincronismo uscì fuori in tutto il suo splendore quando la giovanissima Paranza nel 1985 condusse il giglio del Sarto. Il giglio del Sarto era posizionato a Piazza Giordano Bruno.

La Domenica mattina, dopo le prime alzate, nei pressi del Cinema Umberto, dopo che Tonino Giuliano ebbe cantato l’ultima strofa dell’alzata, il giglio schizzò come un siluro, poi iniziò  a camminare a mezzo passo per poi posare, come da regolamento, nei pressi del Sale e Tabacchi di fianco alla Piazza Duomo.

Accadde che dai quartieri scendeva maestoso il Giglio del Bettoliere capitanato da Felice Marotta (o’ ciucciaro). La regola imponeva al Sarto di fermarsi e lasciar passare il Bettoliere per poi attendere il suo ingresso in piazza.

Fu così che Luigi Nappi (cape e trave) accortosi che la paranza era in forza, ed il giglio proseguiva impeccabile a mezzo passo, con la mano fece cenno a Giuseppe Guerriero (a’caciotta) di proseguire.

Giuseppe Guerriero, non si perse d’animo, non diede il comando e il giglio proseguì, senza fermarsi fino alla sua postazione in Piazza Duomo, sotto gli occhi attoniti degli spettatori senza mai perdere sincronia, e soprattutto senza cali di forza. Il Bettoliere, invece, fu costretto a posare.

Va precisato che la struttura lignea del giglio di allora non aveva la stessa flessibilità di quella d’oggi e le fanfare, senza l’utilizzo di strumenti elettronici, erano composte da molti musicisti.

Questa una delle tante cacciate fatte agli albori. Oggi, invece, la Paranza Stella è una delle più importanti paranze dello scenario giglistica e si deve dare merito a Giuseppe Guerriro (a’ caciotta) di essere riuscito a formare un gruppo rionale forte, pieno di entusiasmo, con caporali di grande competenza che negli anni si sono susseguiti.

Ma la Stella non perse mai il “vizio” delle cosiddette traversate a mezzo passo, perciò va ricordata anche quella del Giglio del Panettiere 2009.

Ad onor di cronaca vale sempre la pena ricordare, soprattutto ai giovani, ciò che di bello è stato fatto negli anni passati.

Oggi il percorso continua magnificamente con Lello Guerriero che dal cilindro ci riserva sempre qualche sorpresa tra innovazione e tradizione:

The show must go on.

Ringraziamo l’amico Luigi Nappi per averci fatto tesoro di questa “cacciata”, che rimane nella storia del Festa

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